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Legame di sangue

Dalla GTO del 1984 alla F80, il trasferimento tecnologico derivato dal motorsport fornisce l’imprinting alle supercar Ferrari. Ripercorriamo il legame che unisce il mondo delle corse a quello della strada
Testo: Ben Barry

La sinergia tra la Ferrari F80 e la 499P che ha trionfato a Le Mans è evidente, soprattutto se si considerano i motopropulsori ibridi avanzati di entrambe le vetture. Ma, per quanto notevole, l’adozione delle tecnologie all’avanguardia derivate dal motorsport da parte della F80 non è una novità: è la continuazione di una tradizione nata con la GTO e portata avanti dalla F40, dalla F50, dalla Enzo e da LaFerrari. Ecco le loro storie.

1984: la GTO sovralimentata trae ispirazione dalla 126 CK di Formula 1

La GTO è stata la prima di una serie di esclusive supercar che oggi continua con la F80. Progettata per soddisfare le normative sportive del nuovo Gruppo B, che imponevano la produzione di un quantitativo minimo di 200 esemplari stradali e da corsa, il suo motore V8 turbocompresso s’ispirava alla tecnologia della Formula 1.

Forte della sua cilindrata di 2,8 litri e della sovralimentazione biturbo, la GTO - spesso informalmente chiamata 288 GTO dai suoi ammiratori - erogava una ragguardevole potenza di 400 CV  con una coppia di 496 Nm.

Fu presentata nel 1984, lo stesso anno in cui Michele Alboreto e René Arnoux gareggiavano in Formula 1 al volante della Ferrari 126 C4 da 660 CV. Le basi per la realizzazione della GTO e la 126 C4, tuttavia, erano state gettate tre anni prima con la Ferrari 126 CK: spinta da un motore V6 da 1,5 litri, è stata la prima monoposto di Formula 1 in assoluto della Casa di Maranello dotata di turbocompressore.



La GTO inizia la serie delle supercar con un V8 biturbo da 2,8 litri. Produce 400 CV e prende ispirazione dalla tecnologia della 126 CK (la prima auto di F1 turbo della Ferrari) e della 126 C4 che ha corso nel 1984

1987: dalla F1-87 votata alla pista alla F40 stradale da 324 km/h 

Sebbene la F40 non fosse nata per gareggiare, possedeva l'indole di una "purosangue da corsa" in virtù delle sue prestazioni senza compromessi e dei suoi interni sobri ed essenziali. Presentata a breve distanza di tempo dalla GTO, la sua carrozzeria caratterizzata da forme particolarmente aerodinamiche segnò un distacco radicale dal modello precedente, mentre il motore era basato su quello della GTO. La cilindrata del V8 biturbo fu incrementata a 2,9 litri, così come la potenza e la coppia, che toccarono rispettivamente quota 478 CV e 577 Nm, consentendo così alla vettura di raggiungere la velocità massima di 324 km/h.

La sua "coetanea da pista" era la F1-87, pilotata da Michele Alboreto e Gerhard Berger. Analogamente alle monoposto Ferrari di Formula 1 delle precedenti sei stagioni, il cuore della vettura era costituito da un V6 biturbo: si trattava, tuttavia, di un nuovo motore con architettura a V di 90° al posto della precedente configurazione a 120°, dotato di un nuovo blocco cilindri in ghisa in grado di resistere a potenze che in condizioni di prova potevano raggiungere quota 1000 CV.


Il V8 biturbo della F40 raggiunge i 2,9 litri con 478 CV, quasi il 20% in più della GTO; la F1-87 è la monoposto contemporanea della F40 

1995: il V12 della F50 rappresenta il legame più stretto con la Formula 1

Nel 1989, quando entrarono in vigore le nuove regole per le monoposto di Formula 1, basate su motori aspirati con cilindrata di 3,5 litri, la Casa di Maranello decise di puntare nuovamente sul 12 cilindri per la F1-89, che sfoggiava un’innovativa architettura a cinque valvole per cilindro.

Lo stesso motore era montato sotto la carrozzeria in materiali compositi della nuova F50. Grazie a una maggiore cilindrata pari a 4,7 litri, riprogettata secondo criteri ad hoc per l’uso su strada, questo motore era in grado di sviluppare 520 CV di potenza e 471 Nm di coppia. Nel 1995, quando la F50 fece il suo esordio, si rivelò il perfetto complemento della 412 T2 – pilotata da Jean Alesi e Gerhard Berger – il cui V12 erogava 690 CV.

Sia la GTO che la F40 avevano chiaramente attinto dalla tecnologia dei motori di Formula 1, ma il legame tra la F50 e la 412 T2 era ancora più intimo. Le sospensioni push-rod e la monoscocca in fibra di carbonio della F50, infatti, sottolineavano ulteriormente il transfer tecnologico.


Il V12 aspirato della F50 deriva direttamente dalla Formula 1 e produce ben 520 CV; la 412 T2 ha gareggiato l'anno di lancio della F50; la F1-89 (qui vista dall'alto) è stata la prima Ferrari della nuova era del V12 a cinque valvole per cilindro

2002: l’era del dominio di Schumacher è fonte d’ispirazione per la Ferrari Enzo con motore V12

La Enzo arrivò a metà di un’epoca d’oro per la Scuderia Ferrari, con Michael Schumacher nel ruolo di protagonista, che nel 2002 conquistò il terzo dei suoi cinque titoli iridati con la Rossa al volante della F2002: non a caso, il frontale della Enzo era chiaramente ispirato alla monoposto di Formula 1.

I parallelismi erano, comunque, molto più profondi. Entrambe le vetture adottavano una struttura basata su una monoscocca in fibra di carbonio, cambio con bilancieri al volante e dischi freno carboceramici, mentre il guidatore poteva regolare le principali funzioni di guida tramite i pulsanti sul volante.

Fondamentalmente, entrambe le vetture erano spinte da potenti motori aspirati: un nuovo V12 da 6 litri e 660 CV di potenza per la Enzo e un V10 da 3 litri e 835 CV di potenza per la F2002.



Schumacher, che ha dominato in pista con la F2002, ha contribuito direttamente allo sviluppo della Enzo; il V12 aspirato della Enzo produce 660 CV ed è il primo della serie con il cambio al volante in stile F1

2013: LaFerrari trasferisce su strada la tecnologia ibrida KERS della F1 

Nel 2009 la Casa di Maranello è stata tra le prime Scuderie di Formula 1 a sfruttare il potenziale del sistema ibrido KERS, utilizzato per incrementare la potenza del motore V8 aspirato della F60, un sistema all’avanguardia che all’epoca rappresentava ancora un’opzione.

Presentata quattro anni più tardi, LaFerrari s’ispirava direttamente a questa innovazione tecnologica, con un motore V12 aspirato, potenziato grazie al sistema HY-KERS derivato dalla F1. I 963 CV di potenza sviluppati da questa vettura stradale prodotta in edizione limitata la resero la Ferrari di serie più veloce e potente della storia.

Fu anche la degna versione stradale della F138 di Fernando Alonso e Felipe Massa del 2013, l’ultima monoposto spinta da un V8 aspirato abbinato al KERS prima dell’entrata in vigore del nuovo regolamento a partire dalla stagione 2014.


Il V12 della supercar LaFerrari produce 963 CV grazie all'assistenza ibrida; Ferrari è stata una delle prime ad adottare la tecnologia KERS sulla F60 nel 2009; la F138 conclude nel 2013 l'era del motore aspirato abbinato al KERS 

2025: la Rossa più potente coniuga il trionfo a Le Mans con la tecnologia della Formula 1

In virtù di una potenza complessiva pari a 1200 CV, la Ferrari F80 è la vettura stradale della Casa di Maranello più potente della storia. Tuttavia, non sarebbe mai stato possibile realizzare questo incredibile progetto senza il trasferimento tecnologico dalla Formula 1 e dalla 499P, la vettura regina di Le Mans per due anni consecutivi.

Ed è proprio con la 499P che la F80 presenta numerose affinità. Analogamente alla vettura da corsa vincitrice della 24 Ore di Le Mans, la F80 è dotata di un leggero e compatto V6 biturbo da 3 litri, che scarica la propria potenza sulle ruote posteriori, e di un motore elettrico sull’asse anteriore per la trazione integrale. Il pacco batterie da 800 V, invece, deriva direttamente dall’esperienza maturata con il sistema KERS in Formula 1.



La F80 è la Ferrari più potente di sempre, grazie al V6 da 1200 CV, derivato dalla 499P, e alla trazione integrale elettrica; il pacco batteria da 800 V trae spunto dalla tecnologia della Formula 1, inclusa la SF-24

A differenza delle precedenti supercar, la vettura stradale è, in realtà, più potente dell'auto da corsa che l'ha ispirata. La potenza della 499P è limitata a 680 CV in base alle normative FIA, mentre la F80 combina i 900 CV erogati dal motore termico con ulteriori 300 CV sviluppati da quello elettrico.

Sommando il tutto, la F80 raggiunge la sensazionale potenza di 1200 CV: vale a dire oltre 500 CV in più rispetto alla 499P che ha vinto a Le Mans ed esattamente il triplo della potenza della GTO che ha dato il via alla serie nel 1984.