Clicca per scoprire come Ferrari ha sfruttato la tecnologia ibrida in F1, nelle gare di endurance e su strada
Tutto questo venne naturalmente trasferito su LaFerrari, presentata tre anni dopo, sempre a Ginevra. Nonostante tutto ruotasse attorno al motore V12 aspirato da 6,2 litri, il motore elettrico da 163 cv della nuova vettura era una meraviglia della tecnica, dato che forniva una densità di coppia e un’efficienza equiparabili a quelle di Formula 1. Il motore elettrico era connesso al retro del cambio tramite un gruppo di ingranaggi, con due inverter elettrici montati sopra la campana della trasmissione. Un secondo motore elettrico ausiliario sostituiva il tradizionale alternatore, per risparmiare peso e ridurre la massa.
Il pacco batteria ad alta tensione, costituito da 120 celle suddivise in otto moduli, era assemblato dal reparto corse di Formula 1. Il pacco era protetto all’interno di un alloggiamento in Kevlar e isolato dall’abitacolo da uno strato in vetro. L’erogazione di potenza era controllata dagli inverter e da due convertitori di corrente continua; il risultato era la perfetta integrazione di motore termico e motore elettrico.
LaFerrari, che grazie al sistema ibrido poteva accelerare da 70 a 120 km/h nella metà del tempo rispetto alla Enzo (3,4 anziché 7,2 secondi), con i suoi 963 cv stravolse tutti i consueti parametri relativi alle prestazioni.
La risposta transitoria era altrettanto stupefacente. Accelerando da 2.500 giri/min in quarta marcia, erano sufficienti 0,1 secondi perché fosse disponibile il 90% della piena potenza. Se non è prontezza questa!
Il concept 599 Hy-Kers ha mostrato come la tecnologia KERS della F1 potesse essere trasferita su strada
Poi è arrivata la SF90 Stradale, la prima ibrida plug-in di Ferrari. Questa vettura ampliò ulteriormente il campo di azione con una modalità eDrive che forniva un’autonomia esclusivamente elettrica fino a 25 km. Tre motori elettrici aggiungevano 217 cv ai 780 cv del motore V8 biturbo da 4,0 litri, per un’incredibile potenza complessiva del sistema di 1.000 cv. Le auto moderne sono considerate sempre più “software defined”, e la complessa logica di comando della SF90 Stradale punta certamente in quella direzione. Ma quasi tutto è al servizio di manovrabilità e prestazioni, che si tratti del torque vectoring sull’assale anteriore o del controllo di trazione elettrico che gestisce lo slittamento delle ruote sfruttando l’eccesso di energia cinetica anziché frenando il motore come avviene normalmente.
Inoltre è presente un sistema brake-by-wire, reso necessario dall’entità del recupero rigenerativo in frenata da parte dei motori elettrici. Armonizzare i normali freni ad attrito con il sistema rigenerativo è una delle sfide più grandi per una vettura ibrida potente, ma la SF90 Stradale la supera senza problemi.
Parallelamente allo sviluppo della tecnologia ibrida da parte di Ferrari, cresce anche la sensazione di armonia. Si pensi alla 296 GTB, il cui V6 turbo da 2,9 litri, con configurazione a “V calda” a 120°, risulta di conseguenza basso e largo e migliora il baricentro. Questo motore, che genera da solo 663 cv, è collegato a un cambio a doppia frizione a otto rapporti e a un differenziale elettronico, integrato da un motore elettrico posteriore che genera altri 167 cv. In modalità “qualifica”, la 296 GTB dispone di una potenza complessiva di 830 cv, grazie al funzionamento congiunto di motore a combustione e motore elettrico; ciò avviene grazie a una frizione aggiuntiva posizionata tra i due sistemi di propulsione, che li disaccoppia quando l’auto marcia in modalità esclusivamente elettrica. Il motore elettrico è alimentato da una batteria ad alta tensione da 7,45 kWh.
La prima monoposto ibrida di Formula 1 targata Ferrari ha debuttato nel 2009. L’ibridazione ha reso le vetture stradali Ferrari più potenti ed efficienti a partire dalla LaFerrari del 2013
Ferrari utilizza un dispositivo denominato TMA (transition manager actuator) che ottimizza il flusso di energia tra motore elettrico e motore endotermico, con un software proprietario che assicura regolarità e immediatezza. La sensazione è quella di un motore aspirato dal suono meraviglioso, un grande risultato viste le varie sfide che si sono presentate. Stranamente entusiasmante è anche la guida silenziosa in modalità elettrica.
Al momento “downsizing” è un termine molto in voga nel settore, anche se però sarebbe meglio parlare di “right-sizing”, vale a dire optare per un dimensionamento corretto anziché per uno ridotto. La Ferrari 499P, due volte vincitrice a Le Mans, monta un V6 biturbo 3.0 da 680 cv, con un motore elettrico sull’assale anteriore che fornisce 272 cv aggiuntivi e trazione integrale a velocità superiori a 190 km/h (conformemente alle regole WEC). Questa tecnologia ha fortemente influenzato la nuova supercar F80, che monta un motopropulsore simile. La Ferrari F80, che può accelerare fino a 100 km/h in soli 2,15 secondi e fino a 200 km/h in 5,7 secondi, ha una velocità massima limitata a 350 km/h. Di nuovo, una prontezza fenomenale.
La F80 prende direttamente spunto dalla 499P vincitrice a Le Mans, con un sistema ibrido da 1200 CV
The total system output is 1200 cv, 900 of which is produced by the combustion engine, 300 by the hybrid system. There are twin turbos, with an e-motor fitted between the turbine and compressor to help them spool up faster. Ferrari has come a long way since the 599 Hy-Kers, as evidenced by the F80’s lightweight electric motors, designed and manufactured in-house such is the engineering intelligence now in play. There are two on the front axle and one on the rear, for torque vectoring and all-wheel drive. The front inverter is bi-directional, so that alternating current produced by the e-axle under regenerative braking is turned into direct current to charge the battery. The inverter on the rear F1-inspired MGU-K e-motor – which weighs 88kg and spins to 30,000rpm – is used to start the combustion engine, recover energy to the battery, and provide torque-fill under load. The high voltage battery is also strongly F1-influenced: 204 lithium cells are grouped in three modules in a carbon fibre case that sits low in the chassis to optimise the centre of gravity.
Interestingly, Ferrari’s mastery of the hybrid system – batteries, inverters, power modules and all – means that the LaFerrari can be retro-fitted with a new, state-of-the-art battery. And all hybrid Ferraris are available with an eight-year extended warranty. Harmony achieved, circle closed.
[Immagine di apertura: la Ferrari 499P del 2023]